Introduzione
Nelle ultime tre decadi si è assistito ad un notevole miglioramento dei tassi di sopravvivenza da patologie neoplastiche ed un sempre maggiore di donne in età fertile si trovi a pianificare o ad affrontare una gravidanza dopo aver “superato” una malattia oncologica.
A tale dato si aggiunga l’attuale trend di rimandare la gravidanza in termini di età avanzata della donna, il che è condizione in cui il rischio correlato all’età per alcune neoplasie è maggiore.
Diverse valenze etiche, mediche, religiose, morali, psicologiche e sociali contribuiscono alla decisione finale del trattamento ma è essenziale stabilire una relazione di fiducia fra paziente, famiglia e medico per un management clinico adeguato e mirato alla tutela della donna e del nascituro o della donna e della sua fertilità futura.
Counselling preconcezionale alle donne precedentemente affette da tumore
La consulenza preconcezionale, come dichiarato dall’OMS nel 1986 è un momento fondamentale, a carattere preventivo, nell’ambito di un corretto “percorso nascita”. Punti chiave sono :
- Programmare con la coppia il momento migliore per il concepimento, posticipando la gravidanza, per quanto possibile, oltre il picco massimo di incidenza delle recidive
- Informare la coppia dell’intervallo di tempo fra le cure oncologiche e la ripresa di una normale fertilità con cicli ovulatori fisiologici. Infatti, se la paziente è stata sottoposta a irradiazione gonadica o a chemioterapia sistemica può avere disfunzioni mestruali e una significante riduzione del “ reproductive life span” con una menopausa transitoria o una ” premature ovarian failure” vera e propria.
- Particolare attenzione nell’uso di terapie ormonali andrà riservata a pazienti che hanno sofferto di neoplasie ormono-dipendenti.
- Impostare un adeguato check up psico-fisico
- Terapia preconcezionale (aggiustare il dosaggio dell’acido folico a seconda della CT sostenuta in precedenza)
Gestione della gravidanza di donna precedentemente affetta da tumore
La gravidanza di una donna con pregressa neoplasia o neoplasia in gravidanza dovrebbe essere seguita da un team di ginecologi ostetrici dedicati ed oltre ai consueti controlli le pazienti saranno indirizzate a :
- Continuare in gravidanza il normale follow up oncologico specifico per ogni neoplasia adattando lo screening allo stato gravidico mediante esami emato-chimici e strumentali mirati a studiare la funzionalità degli organi precedentemente sede di terapia oncologica
- Sostegno psicologico per tutto il decorso della gravidanza e nel puerperio
Chemioterapia durante la gravidanza
Il rischio di danno al feto rappresenta il fattore limitante la possibilità di trattare il cancro in gravidanza. Il periodo più delicato è quello dell’organogenesi (I trimestre): la somministrazione di chemioterapici in questa fase dovrebbe essere evitata. Sebbene i dati siano ancora limitati, si può ragionevolmente affermare che l’esposizione a chemioterapici durante il secondo e terzo trimestre di gestazione non si associ a rischio aumentato di malformazioni congenite.
Radioterapia in gravidanza
Le radiazioni sono teratogeni noti, ma con effetti propozionati alla dose di esposizione, all’epoca di esposizione e al tipo. In corso di gravidanza la radioterapia andrebbe evitata o effettuata solo in casi selezionati, in quanto può comportare danni al feto.
Preservazione della fertilità di pazienti oncologiche
Per molto tempo ci si è ritenuti soddisfatti di ottenere esclusivamente la “guarigione” della donna dal tumore mediante tecniche radicali. E’ attuale la possibilità di preservare la fertilità in pazienti sottoposte a trattamenti oncostatici, mediante il recupero di ovociti immaturi, la successiva Maturazione In Vitro e la loro crioconservazione determinando chance per queste pazienti di ottenere una maternità.
Conclusioni
La coesistenza di cancro e gravidanza è una circostanza drammatica, in cui si incontrano due realtà apparentemente inconciliabili: il percorso della creazione di una vita con il processo della sua distruzione. Allo stesso tempo gioia e speranza, seguiti da paura e morte, in cui si sovrappongono standard morali, psicologici, medici, religiosi e sociali, sia per il paziente che per il medico. Il cammino terapeutico va, come delineato precedentemente, individualizzato e portato avanti sui bisogni di ogni paziente. Il desiderio di maternità va sempre supportato ed aiutato, laddove possibile, nella donna con storia di neoplasia pregressa come in caso di diagnosi di neoplasia in gravidanza, mirando alla tutela della salute della mamma e del nascituro.