1° incontro del gruppo di Scrittura Terapeutica
” Qui lo dico, qui lo scrivo: Non sono la mia malattia”
Il primo incontro è sempre il più “difficile” per le pazienti: non si conoscono tra loro (salvo rare eccezioni), non hanno ben chiaro quale sarà il percorso da fare insieme né cosa sia esattamente questo progetto di “scrittura terapeutica” nel quale hanno accettato di essere coinvolte; alcune hanno paura, altre provano imbarazzo, e non è semplice raccontare e raccontarsi, tanto meno ascoltare le storie delle altre donne che, inevitabilmente, provocano reazioni ed emozioni in ciascuna delle presenti.
Il “giro di presentazioni” occupa quasi tutto lo spazio di questo primo incontro: ogni donna si sofferma sulla propria storia, sul proprio difficile ed “unico” percorso di cura.
Un particolare significativo: dopo un primissimo accenno alla diagnosi e alle terapie, il racconto lascia spazio – tanto ed intenso – alle emozioni, alle strategie, ai pensieri e alle risorse. Anche a qualche lacrima. Anche alla rabbia. Ogni malattia ha dietro una storia, una donna, un percorso diverso da tutti gli altri…e con esso una serie di capacità o incapacità, di risorse o di vuoti, di movimenti o di paralisi.
Certo l’unicità di ogni donna è evidente già nella narrazione della propria storia: in ognuna predomina un’emozione, c’è chi si racconta piangendo, chi si mostra forte e risoluta, chi fa la parte del leone e chi si mostra più rassegnata o solo “realista”. E poi c’è la fede, che emerge sempre, prima o dopo, come risorsa preziosaper alcune di loro.
Un messaggio emerge chiaramente da tutte queste donne, oggi, forse la sintesi di questo primo incontro:
“IO NON SONO LA MIA MALATTIA”
Il desiderio di farcela, di poter riprendere a progettare, a vivere, certamente è il primo obiettivo di ognuna delle presenti.