L’evoluzione della chirurgia laparoscopica è il robot
I vantaggi della chirurgia mini-invasiva
Nel corso delle ultime decadi, le costanti evoluzioni tecnologiche e l’acquisizione da parte dei ginecologici di una sempre maggiore abilità nell’utilizzo delle tecniche laparoscopiche ha permesso un’ampia diffusione della chirurgia mini-invasiva, che rappresenta l’approccio di riferimento nel trattamento della maggior parte delle patologie ginecologiche benigne e maligne.
Infatti, attualmente risulta possibile eseguire con approccio endoscopico non solo interventi per patologie benigne, ma anche procedure chirurgiche complesse quali l’isterectomia radicale e la linfoadenectomia pelvica ed aortica, necessarie per il trattamento delle neoplasie maligne dell’utero, della cervice uterina e dell’ovaio in stadio iniziale. Inoltre, la laparoscopia ha assunto un ruolo di primo piano nella valutazione mini-invasiva dell’estensione della malattia nel carcinoma ovarico avanzato, e più recentemente nel trattamento della recidiva localizzata di malattia.
L’utilizzo delle tecniche endoscopiche assicura notevoli vantaggi rispetto al tradizionale approccio laparotomico, garantendo non solo un migliore risultato estetico, ma anche una riduzione del dolore post-operatorio, delle complicanze chirurgiche nel medio/lungo termine ed una più breve degenza ospedaliera. Accanto all’ormai tradizionale approccio laparoscopico, nel corso degli ultimi anni si è affermato l’utilizzo in ginecologia della tecnica robotica.
L’introduzione della chirurgia robotica ha permesso di estendere l’utilizzo di approcci chirurgici mini-invasivi anche a pazienti affette da obesità severa, nelle quali risulta particolarmente difficoltosa l’esecuzione di procedure complesse attraverso le tecniche laparoscopiche tradizionali. Inoltre, la chirurgia robotica sembrerebbe garantire una riduzione del dolore post-operatorio rispetto alla laparoscopia standard. Recentemente, con lo scopo di implementare ulteriormente gli approcci endoscopici disponibili, sono state sviluppate innovative metodiche cosiddette ultramini-invasive. Tra di esse, un ruolo crescente è rivestito dalla chirurgia laparoscopica single-port, che prevede una sola incisione ombelicale tramite la quale vengono eseguiti interventi chirurgici per patologie benigne ed anche maligne in stadio iniziale.
Un altro approccio ultramini-invasivo è rappresentato dalla mini-laparoscopia, nella quale vengono utilizzati strumenti chirurgici del diametro di 3mm, che grazie al calibro estremamente sottile permettono di eseguire le procedure chirurgiche in assenza di cicatrici cutanee residue. Entrambi gli approcci citati, oltre a garantire un esito estetico eccellente, sembrano associati ad una riduzione della degenza ospedaliera e del dolore post-operatorio.
In conclusione, la chirurgia mini-invasiva costituisce il riferimento terapeutico per la gestione delle patologie sia benigne che maligne della donna. L’evoluzione della laparoscopia convenzionale offre oggi al ginecologo l’opportunità unica di personalizzare l’approccio chirurgico, individuando tra le differenti tecniche mini-invasive la più appropriata per la singola paziente.
Dott.ssa Anna Fagotti
Altre Fonti:
Al Gemelli mini-interventi ‘in rosa’ con Alf-X, robot chirurgo italiano
Telelap ALF-X Endoscopic Robotic Surgical System